Come far annullare un atto fiscale o una cartella di pagamento palesemente illegittimo e sbagliato: i mezzi di tutela del contribuente che non richiedono l’assistenza dell’avvocato.

Hai ricevuto una cartella di pagamento o un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Non c’è bisogno di esperti o di avvocati per comprendere che è palesemente illegittimo. Le somme che ti vengono richieste non sono dovute. Apparirebbe chiaro finanche a un bambino che c’è stato un evidente errore, forse a causa di difetto di funzionamento del computer o della non corretta digitazione dei dati. Di fatto, ora si pone il problema di chiedere lo sgravio dell’atto. Non è tanto la possibilità di non essere ascoltato che ti preoccupa – è fin troppo palese ed evidente lo sbaglio in cui è caduta l’Agenzia delle Entrate – ma il tipo di procedura da seguire. Saresti tentato nell’andare direttamente agli uffici e parlare con il direttore. Ma dubiti che abbia tempo per te; in più vorresti lasciare qualcosa di scritto, per poterti cautelare nel caso in cui, un giorno, ci sia bisogno di ricorrere a un giudice. Come far annullare un atto del fisco palesemente illegittimo? Niente timore: esiste uno strumento apposito che si chiama istanza in autotutela e di cui certamente avrai già sentito parlare. La buona notizia è che per redigere tale richiesta non è necessaria né la presenza di un avvocato, né particolari competenze: puoi farlo anche tu sulla base di ciò che a breve ti diremo. La brutta notizia è però che non sempre tali richieste vengono ascoltate e spesso c’è bisogno di ricorrere al giudice. Ricorda peraltro che la presentazione dell’autotutela non interrompe i termini per fare ricorso (ricorso per il quale ci sono 60 giorni di tempo): per cui dovrai stare ben attento a non farli scadere. In questo articolo ti forniremo alcuni importanti chiarimenti su come presentare autotutela all’Agenzia delle Entrate. Ti risulteranno di certo utili visto che, nel caso in cui tu sia costretto a ricorrere alla Commissione Tributaria Provinciale, potrai dimostrare di aver tentato la “soluzione pacifica” e chiedere anche l’altrui condanna alle spese processuali.https://942224a79c50371ec9866270f6687dbf.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-38/html/container.html

Indice

Cos’è l’autotutela?

Partiamo dalla base. Cos’è l’autotutela? Per autotutela si intende il potere, attribuito in generale alla Pubblica amministrazione (e, quindi, anche all’Agenzia delle Entrate) di annullare d’ufficio i propri atti, in quanto illegittimi o infondati [1].

Il potere di autotutela può essere esercitato d’ufficio, senza necessità di istanza del cittadino anche se, di solito, è proprio dalle segnalazioni di quest’ultimo che trae più spesso origine. Chi sbaglia, infatti, di solito è l’ultimo ad accorgersene. A ciò si aggiunga la tradizionale “pigrizia” della nostra amministrazione, tutt’altro che celere nell’adempimento dei propri obblighi; per cui si rende quasi sempre necessario un atto di impulso dell’interessato che la metta a confronto con la legge. Ecco perché nulla vieta che il contribuente, con apposita domanda rivolta all’ente impositore in carta semplice, solleciti l’autotutela.https://942224a79c50371ec9866270f6687dbf.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-38/html/container.html

L’autotutela non è un obbligo per la pubblica amministrazione ma un potere discrezionale [2]. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate non è tenuta né a rispondere né ad annullare l’atto. Tuttavia, come vedremo a breve, la Cassazione a Sezioni Unite ha cercato di restringere il campo di discrezionalità dell’ente impositore stabilendo l’obbligo di provvedere alla rettifica o all’annullamento degli atti palesemente illegittimi anche laddove non vi sia la sollecitazione del contribuente.

Come si presenta l’istanza in autotutela

Se hai letto il nostro approfondimento sull’autotutela saprai già molto di questo strumento e non c’è bisogno che tu proceda oltre in questo paragrafo. Diversamente ti daremo alcuni importanti suggerimenti, fermo restando che per il resto sarà meglio che leggi la guida.

Per presentare un’istanza in autotutela puoi avvalerti del tradizionale foglio di carta “semplice” (senza cioè bolli) e spedirlo con raccomandata a/r (meglio se il foglio è piegato e affrancato su se stesso, senza cioè la busta) oppure utilizzare la posta elettronica certificata.

Nell’istanza in autotutela dovrai indicare i fatti (ossia il ricevimento dell’accertamento o della cartella esattoriali e le ragioni su cui esso è fondato), i tuoi diritti (e quindi le norme che ritieni violate) e la richiesta (ossia la rettifica, la riduzione o l’annullamento dell’atto impugnato). Il tutto senza alcun vincolo di forma o di procedure.https://942224a79c50371ec9866270f6687dbf.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-38/html/container.html

Puoi trovare un modello di ricorso in autotutela all’Agenzia delle Entrate a questo link oppure leggere la formula nel box sottostante a questo articolo.

Puoi presentare l’istanza in autotutela anche se i termini per fare ricorso al giudice sono già scaduti; non per questo, infatti, l’Agenzia delle Entrate non deve tenerne conto.

Se presenti l’autotutela contro un accertamento, devi inviare l’istanza all’ente impositore (Agenzia delle Entrate, Inps, ecc.). Se invece ti rivolgi contro una cartella di pagamento devi spedirla sia all’ente impositore, sia all’Agente della riscossione (che, per le imposte erariali, è Agenzia Entrate Riscossione).

Effetti dell’autotutela

L’autotutela non sospende l’efficacia dell’atto contestato. In più non interrompe i termini per presentare ricorso. Questo significa che se stanno scadendo i termini per agire (60 giorni dalla notifica dell’atto) ti converrà avviare le carte per il contenzioso in tribunale poiché diversamente, qualora non dovessi ricevere risposta dall’Agenzia oppure la risposta dovesse essere negativa, non avresti altri mezzi di difesa.

Come abbiamo anticipato in apertura, secondo la Cassazione [3], se c’è un errore nella pretesa dell’amministrazione lo sgravio in via di autotutela è obbligatorio in quanto anche l’agenzia delle Entrate, come tutta la P.A., ha il dovere di uniformarsi alle regole di imparzialità, correttezza e buona amministrazione.https://942224a79c50371ec9866270f6687dbf.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-38/html/container.html

Nella fase di riscossione, l’autotutela, se proveniente non dall’Agente della riscossione ma dall’ente impositore, prende il nome di “sgravio” degli importi.

Quando non è ancora stato emesso l’atto impositivo, l’autotutela si concretizza in un’archiviazione della pratica (si pensi al parziale “annullamento” dell’avviso bonario a seguito di controllo formale o al mancato recepimento di alcuni rilievi del “PVC” dopo le memorie difensive del contribuente).

Sotto un’ottica processuale, il mancato esercizio dell’autotutela può avere effetti sul versante delle spese, in quanto l’ente impositore, oltre che alle spese processuali, può essere condannato a somme aggiuntive come la responsabilità processuale aggravata o la condanna secondo equità.

Quando far valere l’autotutela

Le ragioni che possono condurre all’annullamento d’ufficio di un atto sono praticamente infinite; si pensi all’errore di persona, alla duplicazione d’imposta e all’avvenuto pagamento delle somme.

Non ci sono limiti temporali all’esercizio dell’autotutela, infatti essa può avvenire dopo la definitività dell’atto (ove il contribuente, dunque, non abbia notificato il ricorso), a contenzioso pendente e addirittura successivamente al giudicato esterno.

Si può presentare istanza in autotutela anche se non si è fatto ricorso al giudice e quindi anche dopo la scadenza dei relativi termini per l’azione giudiziale.

Quanto tempo per la risposta all’autotutela?

La legge non dice entro quanto tempo deve intervenire l’annullamento dell’atto in autotutela: esso deve essere comunque in tempi ragionevoli, nel rispetto dei principi costituzionali, non rilevando la mancata previsione di un termine entro il quale l’autotutela deve essere esercitata. Questo significa, ad esempio, che se viene presentata autotutela contro un atto non appena ricevuto, l’Agenzia delle Entrate dovrà rispondere prima dei 60 giorni previsti per il ricorso al giudice, diversamente sacrificando il diritto alla tutela giudiziaria del contribuente [4].https://imasdk.googleapis.com/js/core/bridge3.462.0_en.html#goog_1836167399PauseMuteCurrent Time 0:07/Duration 0:21Loaded: 0% FullscreenPubblicità 1 di 1 – 0:14

MODULO / FAC SIMILE

MODELLO ISTANZA AUTOTUTELA AGENZIA ENTRATE

All’Agenzia delle Entrate

Direzione Provinciale di _________

Ufficio territoriale di ____________

RICHIESTA DI ESERCIZIO DELL’AUTOTUTELA

Con questo modello il Contribuente può chiedere all’Amministrazione finanziaria il riesame di un atto che ritiene sia da correggere o annullare.

Io sottoscritt ________________ nat__ a______________

il _______________  residente a _______

via/piazza___________ tel._________  email __________ codice fiscale ______________

Questa parte deve essere compilata solo nel caso in cui la richiesta venga presentata per una ditta/società.

in qualità di titolare legale rappresentante altro (specificare) __________

della ditta/società ________

con sede in via_____________città_____ prov. ________codice fiscale/partita Iva ____________________

chiedo

di riesaminare e di procedere all’annullamento  totale /  parziale del seguente atto:

comunicazione di irregolarità

cartella di pagamento

rigetto istanza di rimborso

avviso di liquidazione

avviso di rettifica

avviso di accertamento

atto di contestazione

altro (specificare): ___________

con n. / prot. ______________ del ________

notificato il ___________

relativo all’anno d’imposta____________

che, con riferimento ai seguenti importi/recuperi: ______

risulta illegittimo per questi motivi: _______________

Sono consapevole che questa richiesta non sospende i termini per la proposizione del ricorso alla Commissione tributaria (in caso di atti impugnabili).

Allegati:

(compilare se interessa)

delego

alla presentazione  questa richiesta __ signor __  __________, tipo documento di riconoscimento  ________________, n° _________, rilasciato il ___________ da ____________________.

 Allego la fotocopia del documento di riconoscimento

Luogo e data ______________________ Firma (leggibile)

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